[av_heading heading=’“INDAGINE STATISTICA SULLE RICADUTE DELL’EMERGENZA SANITARIA DA COVID-19 SUL TESSUTO ECONOMICO-SOCIALE DEL TERRITORIO DI NAPOLI E PROVINCIA” ‘ tag=’h2′ link_apply=” link=’manually,https://’ link_target=” style=’blockquote modern-quote modern-centered’ size=” subheading_active=’subheading_below’ subheading_size=’15’ margin=’,,30,’ padding=’45’ color=” custom_font=” custom_class=” admin_preview_bg=” av-desktop-hide=” av-medium-hide=” av-small-hide=” av-mini-hide=” av-medium-font-size-title=” av-small-font-size-title=” av-mini-font-size-title=” av-medium-font-size=” av-small-font-size=” av-mini-font-size=”]
PROMOSSO DA UNIONCAMERE CAMPANIA
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La Camera di Commercio di Napoli attraverso la propria Azienda Speciale Unica S.I. Impresa ed in collaborazione con le associazioni datoriali della provincia di Napoli che hanno aderito all’iniziativa “indagine statistica sulle ricadute dell’emergenza sanitaria da covid-19 sul tessuto economico-sociale del territorio di Napoli e provincia”, promosso da Unioncamere Regionale, ha effettuato, nei mesi di Novembre e Dicembre 2020, un campionamento definito in 2.600 imprese rappresentative dei diversi comparti: agricoltura, artigianato, commercio e industria, e operanti nella provincia di Napoli, è stato intervistato a mezzo della somministrazione di un questionario volto a comprendere le caratteristiche aziendali e a recepire le problematiche più impellenti derivanti dal momento di crisi in piena emergenza sanitari COVID 19.
All’indagine hanno partecipato 2.600 imprese di cui il 39% imprese del comparto commercio, il 21 % dell’agricoltura, il 31% industria e 9% artigianato.
Di seguito si riportano i principali risultati dell’analisi:
Delle imprese intervistate l’85% risulta essere a conduzione prevalente maschile e solo 11% a conduzione giovanile.
- Il campione intervistato per più del 50% ha una struttura aziendale con dipendenti che vanno da 1 a 5.
- Le stesse presentano fatturati che sono inferiori a 30.000,00 Euro per il 43% el’1 % che fattura oltre i 500.000,00 Euro.
- Di queste solo il 4% utilizza i canali vendita esteri.
Alla data ultima del rilevamento il 67% non aveva provveduto ad adottare licenziamenti di personale contro il 6% che si è visto costretto a farlo.
Per il 43% degli intervistati non è stato fatto ricorso ad ammortizzatori sociali contro il 27% che ne ha fatto utilizzo.
Le imprese coinvolte nell’indagine hanno accusato per l’82% riduzione dell’attività contro un 12% che alla data della rilevazione non ne aveva accusato ma lo prevedeva nel prossimo futuro immediato.
Dall’indagine è emerso che le stesse imprese intervistate prevedevano un decremento del proprio fatturato nel prosieguo della pandemia stimato per il 25% pari tra il 30 e il 50 %, 18 % pari tra il 20 e il 30% e solo 6% il 10%.
Al termine dell’indagine il 76% delle imprese intervistate dichiarava di non aver adottato ancora azioni di contrasto alla situazione emergenziale.
Intervistate sugli strumenti di comunicazione esterna di cui sono dotate le imprese risultano:
- per il 39% presenti su Facebook,
- per il 31% su youtube
- il 21% su tik tok
- e per il 9% su twitter.
Le imprese intervistate hanno rappresentato alla domanda “quali conseguenze sono dovute al calo delle attività” per il 51% riduzione vendite/servizi, per il 21% cancellazione ordini/prenotazioni fino ad un 5% per cancellazione fiere/ed eventi.
Rispetto ai motivi che hanno influito sul calo delle attività, le imprese intervistate hanno risposto per il 35% a causa della riduzione orario di lavoro, il 19% per mancata fornitura delle materie prime sino al 2% per l’utilizzo del telelavoro.
Sulle fonti di finanziamento utilizzate nel periodo il 46% degli intervistati è ricorso all’autofinanziamento, il 29% al credito bancario ed il 13% al credito commerciale.
Le imprese partecipanti all’indagine statistica hanno risposto che per il 48% che hanno dovuto fare ricorso al credito e/o a fonti di finanziamento esterno per motivi di liquidità, il 30% per investimenti produttivi ed un 10% per consolidare/ristrutturare il debito.
Alla domanda quali fonti di contributo sotto forma di voucher sarebbero di utilità nello specifico momento storico della pandemia le imprese intervistate hanno risposto per il 39% acquisto macchinari/attrezzature, 16% formazione e/o aggiornamento tecnico professionale, e per un 9% partecipazione a fiere ed eventi promozionali.
Alla richiesta di quali interventi di accompagnamento le imprese avessero bisogno hanno risposto per il 32% percorsi di aggiornamento tecnico professionale, 19% ricerca di manodopera qualificata, 17% ricerca nuovi mercati e partners.
Riguardo agli aiuti creditizi di maggior gradimento le aziende hanno risposto per il 43% aiuti sotto forma di contributi diretti, 31% aiuti sotto forma di tassi di interesse agevolati e il 22% aiuti sotto forma di garanzie aggiuntive.